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Convegno dedicato all'Avv. Pier Carlo Cadoppi

Data: Friday 27 February 2009

Ora: 18:00

Luogo: Hotel Astoria Mercure

La Sala convegni dell’Hotel Astoria Mercure ha ospitato, venerdì 27 febbraio 2009, il Convegno in memoria del nostro amico e socio Pier Carlo Cadoppi, con la puntuale organizzazione del nostro club assieme al Lions club Canossa Val d'Enza.

Il dott. Italo Materia, procuratore della Repubblica, l’avv. Eugenio Chierici, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia ed il col. Giovanni Fichera, comandante provinciale dei Carabinieri, hanno voluto onorare con noi la memoria dell'illustre personaggio, mentre è stata notata l’assenza di politici e rappresentanti della pubblica amministrazione che, sebbene invitati, non hanno ritenuto opportuno dedicare anche poco del loro tempo alla memoria di un valente avvocato reggiano, vero principe del foro, al quale è anche stata dedicata una strada.

Tra gli ospiti, il dott. Paolo Ampollini (presidente del Rotary club Reggio Emilia), il figlio di Pier Carlo prof. Alberto Cadoppi, docente presso l’Università di Parma, Luisa Covri Vino, presidente LC Reggio Emilia La Guglia, il dott. Gino Badini ed altri che hanno gremito la sala a disposizione

Il presidente Bertani, dopo il saluto di apertura, ha illustrato lo scopo dell’incontro: ricordare la figura di Pier Carlo Cadoppi a ventidue anni dalla morte e nel cinquantenario della sua prima presidenza del Lions club Reggio Emilia Host. L’incontro è stato organizzato del nostro club in collaborazione con il Lions club Canossa Val d'Enza, che ebbe nel nostro Amico il fondatore e il lions guida.

Al tavolo, oltre al nostro presidente, stavano Silvano Menozzi presidente del Canossa ed un gruppo di relatori di spicco: il PDG prof. Giovanni Marzi, il dott. Luigi Alpi, l’avv. Carmelo Cataliotti e l’avv. Dino Felisetti. Assente per motivi di salute, ma presente con un suo bellissimo intervento che ha voluto inviare, l’avv. Achille Melchionda del Foro di Bologna.

Giovanni Marzi ha ricordato l’arguzia e la pungente ironia del Cadoppi lions, sottolineando che mai le sue battute erano irriguardose o irriverenti, ma esprimevano sempre il massimo rispetto per tutti: amici ed avversari. Pier Carlo Cadoppi era un trascinatore ed era dotato di quel carisma che fece intendere alla nostra pubblica amministrazione l’importanza della costituzione di un Museo del Tricolore a Reggio Emilia, Museo che fu inaugurato, proprio grazie alla sua tenacia ed al suo impegno, il 7 gennaio 1985. La seconda Sala ebbe pubblica consacrazione il 7 gennaio 1987, pochi mesi prima che il nostro Amico, stroncato da terribile malattia, ci lasciasse per sempre.

Carmelo Cataliotti ha preso poi la parola citando alcuni piacevoli ricordi del suo inizio di professione quando guardava a Cadoppi come ad un maestro di professione e di lionismo; ha anche ricordato con viva commozione i piacevoli momenti di divertimento in compagnia della compianta signora Isa, durante gite e conviviali, ed ha proseguito affermando che per potere svolgere degnamente la professione di avvocato sono necessarie, oltre la capacità, disciplina e modestia, doti che erano tutte presenti in Pier Carlo Cadoppi.

“Leoni come Pier Carlo Cadoppi – ha concluso – ruggirono e continueranno a ruggire nel mondo.”

Il nostro Luigi Alpi ha invece messo il segno sul Cadoppi uomo che trovò proprio in Alpi l’amico con il quale confidarsi, la persona con la quale trascorrere piacevoli momenti di relax per interrompere il ritmo del lavoro e ritemprarsi prima di rituffarsi nello studio dei testi e documenti di causa.

Cadoppi aveva un aspetto burbero che esprimeva una forza ed una sicurezza che in realtà non possedeva e sentiva la necessità di un amico con il quale potere sfogare la sua angoscia quando un incidente gli tolse il figlio Claudio, proprio alla vigilia delle nozze, e quando seppe del crudele destino della moglie. Dopo essere stato una persona invidiata da tutti, è stato atrocemente colpito da una sfortuna che non meritava.

Giovanni Marzi ha quindi letto alcuni pensieri fatti pervenire dall’avv. Achille Melchionda che ha voluto ricordare l’avvocato che fu chiamato a far parte della “Camera Penale dell’Emilia Romagna” segnatamente per “la diffusa considerazione che lo circondava” grazie alla quale la sua nomina a Bologna fu immediata e spontanea a seguito della proposta avvenuta da nomi di spicco del foro italiano.

La lettera dell’avv. Melchionda è riportata in calce.

All’avv. Dino Felisetti, ultimo ad intervenire, si è dichiarato dispiaciuto per non potere valutare l’uomo come lion scusandosi per la sua ignoranza in materia; ha invece voluto ricordare che i rapporti fra di loro, inizialmente conflittuali per le differenze ideologiche e “di clientela” diedero via via spazio ad una profonda e sincera amicizia aiutata, in questo, dalla comune cultura classica grazie alla quale i loro rapporti improvvisamente cambiarono per merito di una citazione che, iniziata da uno, venne immediatamente conclusa dall’altro.

I contrasti che si manifestavano in tribunale mai scendevano sul piano personale, rientravano nel giuoco delle parti perché l’avvocato che esita ad usare un’arma per un presunto rispetto dell’amico, legale avversario, tradisce il proprio cliente e Cadoppi rispettava sia il cliente che l’avversario, ma non tralasciava mai nulla proprio per il perfetto compimento dell’incarico ricevuto.

Ricordandolo nell’esercizio della professione Felisetti ha anche citato alcuni episodi che fecero di Cadoppi oltre che valentissimo oratore anche un innovatore: il manichino in aula per fare vedere con le immagini, oltre che con le parole, le ferite inferte ed i modellini di auto, che aveva sempre nella borsa, che utilizzava per rendere visibile l’incidente ad accattivarsi così, ed a favore del cliente, il parere di giudice e giurati.

La conclusione dell’avvocato Felisetti è stata molto profonda: “… sbagliamo quando ricordiamo la statura e la valentia del professionista: noi non siamo venuti qui questa sera per dare un ricordo, ma per ricevere ancora qualcosa dall’avvocato Pier Carlo Cadoppi.”

In conclusione degli interventi il presidente del Canossa Val d’Enza, ing. Silvano Menozzi, ha chiuso il convegno ringraziando le autorità, i relatori e tutti i presenti per la nutrita ed attenta partecipazione.

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